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VENTI NOVE

by CAUSA

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1.
ANTIFA 03:05
antifa Sono l’idea che non è mai cambiata non si trascina si vola in gloria sono mia nonna con la bici una staffetta sono mio nonno partigiano nella macchia sono mio padre operaio lotta armata sono mia madre libertaria sono l’idea con cui la morte non può niente sono le grida del cordone caricato ed il silenzio dopo il boato la solida certezza di contare su ogni testa non mi sentirò mai solo nella storia che verrà questa vita questa vita è tutta antifa questa vita è tutta antifa sono il momento giusto per il sabotaggio il buon istinto di divulgazione a organizzare un selettivo boicottaggio sono il pensiero prima dell’azione sono benzina che porta carovane nessuna razza solo vite umane dove c’è lotta e resistenza solidarietà internazionale sono le grida del cordone caricato ed il silenzio dopo il boato sono le grida del cordone caricato ed il silenzio
2.
VENERDì 03:20
venerdì Roba di prima qualità nella competizione il meglio si vedrà la grande produzione abbatterà quei costi siamo coi capi bassi da sempre dico certo ad ogni condizione purché riconosciuta la gratificazione finché rimango in piedi poi parlan di controlli al giorno fan tre morti noi intorno abbiamo i crolli venerdì deve arrivare è venerdì ed è un miracolo che io sia qui menomale è venerdì zero per la sicurezza finire sani e salvi sarebbe la premessa però come promessa dovete stare zitti con chi può mettere i sigilli falsi sono stati fatti tutti i documenti che valutan gli impatti sull’uomo e sugli ambienti il motto è sempre quello è bastato quell’errore di una volta la percentuale sopra la mia testa sono io uno su un milione sono io ora che non c’è più il corpo qui a nutrirti con velocità dovrai sostituirmi il prodotto non esiste senza la produzione di un buon lavorator che campa fino alla pensione
3.
SOS 04:18
sos L’uguaglianza dentro al bagno l’amore per un auto la sicurezza la sicurezza l’autostima in una mazzetta la fede per la fabbrichetta nel carrello nel carrello la felicità lo sport che diventa cultura democrazia una scommessa nella mia testa nella mia testa i crampi la mano stretta sulle fronti delle genti prima prendono sotto controllo i corpi i ruoli e la storia e quelli col sonno profondo perdono idee e memoria e noi presi dagli sos anello anello di catena un segmento di mercato che si gode lo scenario di consigli su consigli ed ogni meraviglia è una palla alla mia caviglia la massificazione ha spostato l’individuo dalla culla del pensiero a una cella di consumo in adorazione al mito il volere si è perduto non si vive più la vita presi dagli sos sono sotto controllo i corpi i ruoli e la storia e quelli col sonno profondo, perdono idee e memoria e noi presi dagli sos
4.
GIOSTRA 03:43
giostra Utili siamo considerati utili facciamo parte dell’arredo lavora e spendi tutti i soldi finche non ci vedranno morti assomigliamo a portafogli tra quel che entra e quel che esce vedono economia che cresce stupidi con quelle facce poi da stupidi costretti a dire sempre si finche non finiranno gli utili per questa economia morente dal terzo mondo all’occidente qua sulla giostra viene il vizio far della storia un precipizio vennero al mio orecchio a dire di non perder tempo sei stato sempre contro da solo non lo cambi il vento adesso tutti in cerchio nessuno salta il turno la giostra dello stento si gira tutto il mondo e salgono potenti dimenticando ieri quando quei desideri sembravano gia qua discorsi che sento discorsi che servon per calmare tutta la nazione tu sia sfruttato o sfruttatore la giostra gira e gira forte non è guidata dalla sorte perché la giostra è un’invenzione come la pubblica opinione soli nella giostra non si può fare senza solo sopravvivenza al giro della giostra girando noi speriamo che saltino i bulloni e tutti gli ingranaggi che si incastrano agli eventi non saranno mai contenti fino a quando dagli stenti consumati i consumanti e adesso tutti a segno sento gridare aiuto la giostra dello stento qualche sopravvissuto che scende ormai da un’oggi un’oggi ormai perduto la giostra dello stento
5.
WELCOME 02:16
welcome La fila ancora è lunga manca l’aria qua timbro e firma la mia vetta la normalità scappi e rischi gente armata la mia casa rasa come tutta la città dalla barca alla sabbia dalla sabbia fino ai CIE poi dai CIE alla strada dalla strada alla galera no non sono come te per mano tengo un figlio nell’altra tengo un foglio dormiamo ogni notte più vicino al bordo occhi puntati e scudi e all’angolo la giacca di un passeur scappare è la mia pena ma dove sta l’imbroglio che promise un premio al mondo noi al centro del bersaglio sono bombe made in italy che fanno paura ripudiate anche la guerra ma c’è complicità sono l’esodo che in parte ti aspettavi da anni vengo qua non porto armi vengo qua non porto armi vengo qua non porto armi
6.
la belle crisi Nella mia città non è cambiato niente si vedono soltanto le storie della gente la macchina la casa e le assicurazioni son le preoccupazioni che rendon tutti uguali allora occhi osceni si pubblicizza il caso è nato come pubblico per ritornar privato rincari ed i rialzi son come contraccolpi di un fucile che rincula e consuma tutti quanti gli industriali qua ricorrono al suicidio un Equitalia che ti ascolta da vicino il vecchio operaio è sempre più tenace conclude la giornata e in silenzio si da pace cosa vuoi che sia cosa vuoi che sia è colpa mia è colpa mia individualità o pensiero collettivo siam tutti della terra ma ognuno ha il suo giardino pur seminando bene ti mancherà il respiro per salire salire salire quel gradino però la verità coperta da un’appanno si misurò ai miei occhi con un colpo di straccio infatti nella storia a fare da potente il papa il re e chi non ha mai niente ma se la colpa non è mia devo sapere di chi chi non risolve ed ai problemi mi fa dire di si questo mi fa stare sempre peggio ogni giorno io mi sento come brace che scotta nascosta ed avvolta nella cenere avrai spento la fiamma ma non credere che mi senta da solo ti sbagli siamo tanti a starcene qua avrai spento la fiamma ma non la realtà
7.
DEPISTAGGIO 03:50
depistaggio Regola uno comanda l’ufficiale regola due calma tutti i presenti regola tre dividi i testimoni ok adesso chiama le televisioni aspetta ogni mattina la news ben affilata pungerà negli occhi come slogan da parata infondere fiducia con un sacco di feedback e dire a tutto il mondo ohYhea! il depistaggio ma su di me nessun effetto, abbaglio sento la polvere sul volto ma su di me nessun effetto testate cubitali le pietre della storia ma non ci sono basi su cui stare con le suola ogni fontana è fonte e sgorga per il gregge il gregge sputa il sangue la vera notizia non trova spazio e rimane sconfitta se il fatto è vicino l’occhio è distante se il fatto è lontano tremano le gambe un piatto vuoto a testa riempiamoci la pancia show del dolore lunedì il depistaggio è un veicolo per il controllo e l’abbaglio a premere forte sul volto ma non fa mai effetto su me non fa mai effetto su me
8.
nociva città Nociva città è tutto blu i gatti e i tetti sono blu lampioni e strade sono blu il fumo che esce dalle fabbriche è blu sono blu tutti i bambini ed i loro balocchi mi sa che ho un bel problema agli occhi nociva città acqua amara sarà lo schifo ch’è nell’aria amari i frutti amaro il pane amare son le lacrime sulle labbra amaro il percolato che scende giù nella grotta non mi funziona più la bocca a tutto ci si abitua nociva città città nociva siamo qua città di positivi qua tutto costa meno città cimitero nelle mie orecchie solo rumore e dal mio naso più niente si sente è un po di tempo che non vedo il sole sulla mia pelle bianca solo qualche macchia tra le tempie sento le voci capto frequenze dai ripetitori tante parole ma i fatti sono pochi città nociva città nociva tra mille anni studieranno Nociva come noi oggi le rovine di Roma se scavi trovi schede madri ferri caldi ed ossa dopo mille anni ancora la scossa sarà nociva la città leggenda nociva diranno nociva diranno finì per indifferenza
9.
MALATO 03:50
malato Duro limite alla specie appannaggio di complicità regolare evoluzioni differenze solo tra servi e padroni maturate sui confini naturali proprietà forte brillano quei fini fantasie per lo scambio in libertà il lungo passo e il braccio armato della legge a difendere le stelle commercio malato di merce malata maledizione umana di umani di beni primari voluti sfruttati commercio malato di merce malata maledizione umana di umani di beni primari voluti sfruttati schivi d’emarginazione schiavi da minorità al comando un’ossessione comandata d’antiumanità mischia il dollaro col siclo ed il sangue con i mari tutti uguali tranne il primo gelosie tra carenze capitali è questo il lungo passo di popoli e governi falcate a fiato corto futuri differenti ed ogni passo avanti figlio di storia dietro destini assai distanti ma la storia è un ciclo nero
10.
ZERO 04:51
zero l’insoddisfazione su ogni volto alle spalle un passato che non ha fruttato e davanti un futuro che non offre niente muri di persone individualità sociale e l’auto ammirazione il tenore di vita appeso a quel dito like social network il riflesso d’assenso è lo specchio di un falso consenso esodati dagli anni 60 lavori una vita sogni la vacanza i bei tempi di un’estate al mare non ritorneranno con gli anni a venire perché abbagliate le menti dal nuovo prodotto scartato ed esposto in vetrina a riempire di sabbia le crepe a un paese in rovina che si beve di tutto e raccoglie la sfida di avere ogni giorno ragione la precisazione che fuga il vero in questione starai solo in compagnia del tuo abbaglio sulla vetta più alta del mondo non hai tempo di guardarti attorno siamo tutti quanti abbagliati con te perchè, siamo in difficoltà non solo per l’economia anche per etica generazione zero col solo desiderio di possedere tutto di possedere se generazione zero è un incubo ma è vero di possedere tutto di possedere se generazione zero

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Vénti Nove
È il punto di non ritorno, l’attimo prima della fine, la sesazione di tremenda rottura. È il Futuro che entra in sala parto, il Niente è l’ostetrico. Questo è quello che ogni persona incontrata ci ha detto a cui dobbiamo la nostra espressività in allarme. In questi anni dove ogni individuo può essere una campana assordante e comandata, abbiamo scelto di essere i vénti che portano le parole certe e libere della nostra gente, vénti nuovi.

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released June 23, 2018

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CAUSA Pisa, Italy

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